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L’Arancia, il Notariato per i futuri imprenditori – Start-up: per la prima volta oltre 30.000 dipendenti in Italia

A fine giugno 2016 le start-up innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese erano 5.943, in aumento di 504 unità rispetto a fine marzo (+9,27%). È questa la fotografia del settore che emerge dal rapporto trimestrale del Mise, Ministero dello Sviluppo economico.

Ma importanti sono soprattutto i dati sull’occupazione.

Secondo il nuovo report, a metà anno le start-up innovative coinvolgevano 23.045 soci, 1.927 in più rispetto allo scorso marzo (+9,12%). Ad essi si aggiungono i 8.193 addetti che, al 31 marzo 2016, risultavano impiegati nelle 2.356 startup con dipendenti: dato in aumento del 25,58% rispetto a fine dicembre 2015 (1.669 unità in più). Il dato complessivo dei collaboratori delle start-up innovative supera quindi per la prima volta la soglia delle 30 mila unità.

A livello geografico, la Lombardia si conferma essere la regione nella quale è localizzato il numero maggiore di start-up innovative: 1.285, pari al 21,6% del totale. Seguono l’Emilia-Romagna con 703 (11,8%), il Lazio con 601 (10,1%), il Veneto con 450 (7,6%) e il Piemonte con 387 (6,5%). La regione con la più elevata incidenza di start-up in rapporto alle società di capitali presenti è però il Trentino-Alto Adige con 100 start-up ogni 10mila società di capitali. Al secondo posto le Marche (73), poi Emilia-Romagna (63) e Friuli Venezia Giulia (62).

A livello provinciale, in termini di popolosità assoluta primeggia ancora Milano, con 874 start-up (14,7% del totale). Seguono Roma con 520 (8,8%), Torino 291 (4,9%), Napoli 190 (3,2%) e Bologna 178 (3%). Se si considera il numero di start-up in rapporto al numero di società di capitali presenti nella provincia, Trento figura al primo posto con 135 start-up ogni 10 mila società di capitali; seguono Trieste con 125, Ascoli con 100 e Ancona con 99.Sotto il profilo settoriale, il 71,3% delle start-up innovative fornisce servizi alle imprese, in particolare produzione software e consulenza informatica (30%) e attività di R&S (14,8%). Il 18,9% opera invece nell’industria in senso stretto. È start-up innovativa il 24% di quelle che operano nell’attività di ricerca e sviluppo; rilevante è anche la quota di neo-imprese innovative fra le società dei servizi di produzione di software (7,1%).

Il capitale sociale delle start-up è pari complessivamente a 328,4 milioni di euro, che corrisponde in media a 55 mila euro a impresa (il capitale medio è caratterizzato da un aumento rispetto al trimestre precedente pari all’8,3%).

Complessivamente, le start-up innovative hanno registrato un fatturato pari a 325,58 milioni di euro nel 2014, valore calcolato sulle 2.860 imprese che dispongono di un bilancio. Tra esse, risulta particolarmente elevato il grado di immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale: il rapporto è pari al 30% (cinque volte maggiore rispetto al rapporto medio delle società di capitali, 6%.

Per ogni euro di produzione le start-up innovative generano in media 15 centesimi di valore aggiunto, un dato più contenuto rispetto a quello fatto registrare dal complesso delle società di capitali (21 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile, le start-up generano, invece, più valore aggiunto sul valore della produzione rispetto alle società di capitali (33 centesimi contro 21).

Da: larancia.org

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